L’azienda Mair Research grazie alla ricerca ed all’innovazione nella produzione di barre trafilate ha sviluppato banchi di trafilatura estremamente tecnologici, che comprendono soluzioni automatiche del processo produttivo per una continuità di produzione e interruzione dei tempi di arresto. Sono disponibili veloci cambi di produzione che richiedono un intervento manuale minimo da parte degli operatori, ottimizzando il lavoro, riducendo i tempi di produzione e migliorando notevolmente la sicurezza. La trafilatura può essere realizzata con sistema a catena, a pignone/cremagliera o con cilindro oleodinamico in base alle diverse richieste del cliente, offrendo soluzioni versatili a livello di produzione e di layout.
La trafilatura prevede una deformazione plastica eseguita a freddo in cui il materiale, tramite una forza di trazione, viene “obbligato” a passare tramite il foro calibrato di una filiera per ottenere la dimensione desiderata. Questa lavorazione viene applicata per produrre: barre, tondi e fili metallici di piccola sezione che possono arrivare fino a circa 0,025 mm in diametro. In questo processo il volume resta costante mentre la sezione del filo si riduce e la lunghezza aumenta. In questo modo è possibile modificare la struttura, le proprietà meccaniche/tecnologiche e la densità del materiale in base alle proprie necessità.
La capacità di un materiale a subire e adattarsi al processo di trafilatura è detta duttilità. Tra i materiali particolarmente duttili si distinguono: le leghe speciali di nichel-cromo, l’acciaio dolce, l’oro, l’argento, l’alluminio, lo zinco, lo stagno ed il rame. La trafilatura rappresenta un processo alternativo alla laminazione, ma viene eseguita unicamente a freddo. Durante il processo di trafilatura quindi la superficie del prodotto non subisce ossidazione da parte dell’ossigeno nell’aria. Nel corso della trafilatura il materiale non viene fatto passare tramite un’unica filiera, ma tramite una serie di filiere di diametri sempre più inferiori. Tale passaggio avviene tramite un meccanismo di trazione automatico ed il numero di passate consecutive generalmente è inferiore ad 8.
Per ottenere un filo trafilato metallico “pulito” è necessario che sulla superficie non restino ossidi o residui di lubrificanti, soprattutto quelli a base di calcio che risultano particolarmente difficili da rimuovere. Per ottenere un risultato ottimale bisogna scegliere i giusti trattamenti pre-trafilatura, i prodotti di lubrificazione adatti ed i prodotti di pulizia o sgrassaggio post trafilatura. I fili di acciaio da sottoporre ad un trattamento termico per essere successivamente decapati, fosfatati o zincati in genere non vengono puliti, poiché l’alta temperatura del forno brucia tutti i residui di lubrificanti.È però necessario procedere alla pulizia quando i fili non devono essere sottoposti a trattamento termico, soprattutto se in seguito devono essere galvanizzati. I lubrificanti speciali e solubili in soluzione acquosa acida o alcalina se sono stati applicati devono essere rimossi. Per questa operazione il prodotto viene immerso in apposite vasche, con l’utilizzo di speciali pompe capaci di resistere alla corrosione e di indicatori di livello e di temperatura per monitorare l’andamento del processo.
Se si tratta di fili a basso tenore di carbonio il trattamento acido di decapaggio può essere sostituito dal trattamento di scagliatura meccanica. Il filo d’acciaio, chiamato anche vergella, si movimenta tramite il processo di torsione per rimuovere meccanicamente l’ossido superficiale. Tuttavia, il processo di rimozione degli ossidi non è completo e quindi la trafilatura e la successiva pulizia risultano più complessi. Per un risultato più performante è necessario utilizzare lubrificanti e prodotti diversi più efficaci.
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